Tesi: Sono comprese nel dinamismo essenziale anche le necessità della materia-cellula[9] contingente, materia ente dinamico parte dell’organismo dinamico stesso [9].
L’organismo dinamico è dinamico perché concreto ossia si storicizza1.
l’essenza del piano fenomenico ha valore essenziale2
anche le cause dell’EDUC, interne e a valore essenziale si CONCRETIZZANO come tutta l’essenza3.
- il dinamismo dell’essenza della materia entra a pieno titolo nell’essenza4
- Il dinamismo essenziale della materia determina la realizzazione/sostenibilità del dinamismo essenziale5
- i trascendentali sono alla base dell’immanentizzazione6
- il dinamismo ( la dialettica) delle formalità trascendentali dinamici è un ciclo7
- per mantenere il dinamismo trascendentale ciclico fenomenico la missionarietà deve garantire anche l’educatività8 (educatività dell’ente particolare9)
Quindi
- per garantire la immanentizzazione nella realtà storica dell’essenza e delle sue cause (3) deve garantire assieme alla logica dell’autoattivazione anche quella della materia che lo compone (3,5 nota1)
- in questa concretezza sta la sintesi tra metafisica e vita propria dell’organismo dinamico
Sono del mio parere circa il trascinamento della necessità essenziale della materia-cellula composta da infiniti organismi anche diversi dalla persona (nota 5,6,7) nell’organismo dinamico anche
1-Gesù-Cristo filosofo10 che sostiene come la vita dell’uomo è l’unione tra la razionalità che costituisce la vita e le sue necessità vitali materiali. Non solo l’una, non solo l’altra
Sono possibili infinite citazioni a partire dal comandamento unico. Oggi mi piace citare questa, la prima tentazione
Mt 4:4 Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
Che possiamo rovesciare come segue senza stravolgere il significato
Non solo della parola di Dio vivrà l’uomo ma anche di pane.
2-Tommaso Demaria di cui ripeto solo la citazione iniziale
«Ma neppure uno spirito può onticamente vantare questo punto di favore, che però è il meno metafisico che si possa pensare. L’organismo dinamico rassomiglia di più allo spirito, anche quando porta con sè la pesantezza della materia bruta, quale è il caso dell’azienda industriale.»11
Un caro saluto a tutti
Roberto Roggero
PS.: non c’è motivo di contrapporre il cristianesimo della prassi concreta con il cristianesimo del culto. Non c’è mai stata divisione, non introduciamola ora.
1«Ma neppure uno spirito può onticamente vantare questo punto di favore, che però è il meno metafisico che si possa pensare. L’organismo dinamico rassomiglia di più allo spirito, anche quando porta con sè la pesantezza della materia bruta, quale è il caso dell’azienda industriale.» Tommaso Demaria,3 LA REALTA’ STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975 [,[ [ I Teoria dell’organismo [ , § 8 – Ente dinamico e organismo dinamico n°/p. 43 ].
2«Il SD risulta essenziale alla realtà storica non soltanto perché ne esprime l’essenza, ma perché, per le ragioni dette, la rende presente e operante sul piano essenziale, esistenziale, fenomenico, ed operativo, della realtà storica, adeguandola pienamente al suo essere. Già lo sappiamo che l’essenza della realtà storica dinamica, deve trovarsi in modo particolarissimo presente ed operante nei quattro piani del suo rispettivo essere. Ma l’esservi presente come SD, assume un significato e un valore al tutto speciale.» Tommaso Demaria,3 LA REALTA’ STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975 [,[ [ Il Essenza superorganico-dinamica cristiana [ , § 3 – Essenzialità del SD n°/p. 63 ].
3«Come già sappiamo, per l’identità reale della materia con tutta la realtà umana esistenziale e per la compenetrazione della forma nelle quattro cause, il dominio della forma dovrà esercitarsi non soltanto sulla materia, come materia, ma su tutto l’EDUC come tale, e come realtà storica in tutta la sua concretezza esistenziale. Di qui l’interesse dei suoi aspetti fondamentali in ordine al suo dominio e l’importanza davvero eccezionale dei TD, precisamente come mediatori del dominio della forma dinamica religiosa sulla realtà storica, attraverso la messa in moto della prassi. E’ un’importanza che si aggrava pel fatto che essi rappresentano una spada a doppio taglio, la quale, una volta tratta dal fodero, non vi si può rimettere, né si potrebbe bloccare nell’inerzia.
» Tommaso Demaria,2 METAFISICA DELLA REALTA’ STORICA,Costruire Bologna 1975 [,[ [ IV I cinque trascendentali dinamici [ , § 3 – La forma e il dominio della realtà storica n°/p. 109-110 ].
4«Ambedue poi, come materia seconda, importano un insieme di forme subalterne rispetto alla forma suprema. La materia seconda infatti è già una realtà per conto suo; deve quindi possedere delle forme che la tengano insieme e la facciano funzionare. Sono le forme subalterne, le quali sono variabili e molteplici. Basta pensare alle varie forme dell’economia e della politica, che variano e si susseguono continuamente, pur conservando forse una matrice costante di fondo, indettata dall’ideologia o dalla stessa natura della materia seconda in questione. Non solo variano, le forme subalterne, ma sono molteplici, tanto per l’economia che per la politica. Basta pensare ai valori che vi interferiscono, i quali impongono una loro forma di cui bisogna tener conto.» Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957 [parte sesta esame analitico della realtà sociale,[ [ XXVI Economia e politica ideologica [ , § 6- Un breve commento. n°/p. 310 ].
5«Una materia seconda diveniente non può divenire che in base ad una molteplicità di forme, subalterne rispetto alla forma trascendentale suprema che attua l’essenza stessa dell’EDUC. Tali forme subalterne si riferiscono agli enti dinamici particolari che compongono il tessuto sempre cangiante e mutevole, perché contingente e dinamico, della materia seconda dell’essenza suddetta.» Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957 [parte settima dialettica e prassi,[ [ XXX Analisi della dialettica realistico – dinamica [ , § 4- Dialettica delle forme. n°/p. 357 ].
6«Il che avviene attraverso la mediazione delle forme. Posto l’esaurimento della forma contingente dell’ente dinamico particolare e fenomenico, la continuità del ciclo dinamico da cui esso non può evadere postula la presenza di altre forme dinamiche, siano esse di nuovo contingenti o sia la forma necessaria, in se stessa o nelle sue articolazioni trascendentali.» Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957 [parte settima dialettica e prassi,[ [ XXX Analisi della dialettica realistico – dinamica [ , § 3- Mediazione dialettica delle forme. n°/p. 355 ].
7«Ma è sufficiente. Il laicismo anche a dosi minime non è passibile di eliminazione per ricambio organico, soggiace alla legge dell’accumulazione e reclama nuove dosi sempre più elevate. Iniziato in un corpo inerme o maldifeso il suo ciclo dialettico di ideologia, che è sempre il ciclo dei trascendentali dinamici come sistema e come sintesi, nessuna chiarificazione, confutazione, richiamo o condanna disciplinare riesce a bloccarlo. » Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957 [parte terza ideologie e realtà sociale,[ [ XI Laicismo e suoi caratteri [ , § 5- Laicismo e infezione laicista. n°/p. 137 ].
8«Per il fatto che i trascendentali dinamici della religiosità, educatività, moralità, socialità e missionarietà si reciprocano, essi non possono né esistere né realizzarsi separatamente. Sono concretamente solidali fra loro, condizionandosi reciprocamente e favorendo la loro mutua attuazione.» Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957 [parte ottava la prassi e le sue leggi,[ [ XXXIII Le leggi della prassi [ , § 2- Legge della solidarietà dei trascendentali. n°/p. 390 ].
9«Bisogna ancora tener presente che le parti dell’ente dinamico e nel caso nostro dell’EDUC, non possono essere loro stesse che parti dinamiche, ossia enti dinamici esse stesse, non tanto come un ente più piccolo dentro un ente più grande che fa loro da scatola, ma più esattamente come altrettante cellule, od organi, di un unico organismo dinamico vivo, ed altrettante funzioni di esso. Cellule, organi, funzioni, che si intersecano, si sovrappongono, si fondono insieme, si trasformano, si riassorbono, si trascendono nel ritmo della dialettica realistico-dinamica, che si conclude soltanto con l’attuazione finale del ciclo dinamico stesso.» Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957 [parte sesta esame analitico della realtà sociale,[ [ XX Materia della realtà sociale [ , § 5- Analisi della materia prossima. n°/p. 241 ].
10«6. I sarcofaghi degli inizi del cristianesimo illustrano visivamente questa concezione – al cospetto della morte, di fronte alla quale la questione circa il significato della vita si rende inevitabile. La figura di Cristo viene interpretata sugli antichi sarcofaghi soprattutto mediante due immagini: quella del filosofo e quella del pastore. Per filosofia allora, in genere, non si intendeva una difficile disciplina accademica, come essa si presenta oggi. Il filosofo era piuttosto colui che sapeva insegnare l’arte essenziale: l’arte di essere uomo in modo retto – l’arte di vivere e di morire. Certamente gli uomini già da tempo si erano resi conto che gran parte di coloro che andavano in giro come filosofi, come maestri di vita, erano soltanto dei ciarlatani che con le loro parole si procuravano denaro, mentre sulla vera vita non avevano niente da dire. Tanto più si cercava il vero filosofo che sapesse veramente indicare la via della vita. Verso la fine del terzo secolo incontriamo per la prima volta a Roma, sul sarcofago di un bambino, nel contesto della risurrezione di Lazzaro, la figura di Cristo come del vero filosofo che in una mano tiene il Vangelo e nell’altra il bastone da viandante, proprio del filosofo. Con questo suo bastone Egli vince la morte; il Vangelo porta la verità che i filosofi peregrinanti avevano cercato invano. In questa immagine, che poi per un lungo periodo permaneva nell’arte dei sarcofaghi, si rende evidente ciò che le persone colte come le semplici trovavano in Cristo: Egli ci dice chi in realtà è l’uomo e che cosa egli deve fare per essere veramente uomo. Egli ci indica la via e questa via è la verità.Egli stesso è tanto l’una quanto l’altra, e perciò è anche la vita della quale siamo tutti alla ricerca. Egli indica anche la via oltre la morte; solo chi è in grado di fare questo, è un vero maestro di vita. La stessa cosa si rende visibile nell’immagine del pastore. Come nella rappresentazione del filosofo, anche per la figura del pastore la Chiesa primitiva poteva riallacciarsi a modelli esistenti dell’arte romana. Lì il pastore era in genere espressione del sogno di una vita serena e semplice, di cui la gente nella confusione della grande città aveva nostalgia. Ora l’immagine veniva letta all’interno di uno scenario nuovo che le conferiva un contenuto più profondo: « Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla … Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me … » (Sal 23 [22], 1.4). Il vero pastore è Colui che conosce anche la via che passa per la valle della morte; Colui che anche sulla strada dell’ultima solitudine, nella quale nessuno può accompagnarmi, cammina con me guidandomi per attraversarla: Egli stesso ha percorso questa strada, è disceso nel regno della morte, l’ha vinta ed è tornato per accompagnare noi ora e darci la certezza che, insieme con Lui, un passaggio lo si trova. La consapevolezza che esiste Colui che anche nella morte mi accompagna e con il suo « bastone e il suo vincastro mi dà sicurezza », cosicché « non devo temere alcun male » (cfr Sal 23 [22],4) – era questa la nuova « speranza » che sorgeva sopra la vita dei credenti.» Benedetto XVI,Spe Salvi,Libreria Editrice Vaticana Roma 2007 , Il concetto di speranza basata sulla dede nel Nuovo Testamento e nella Chiesa primitiva , § Il concetto di speranza basata sulla fede nel Nuovo Testamento e nella Chiesa primitiva n°/p. http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/encyclicals/documents/hf_ben-xvi_enc_20071130_spe-salvi.html].
11Tommaso Demaria,3 LA REALTA’ STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975 [,[ [ I Teoria dell’organismo [ , § 8 – Ente dinamico e organismo dinamico n°/p. 43 ].