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San Tommaso introducendo il piano esistenziale introduce quattro integrazioni necessarie al sistema realista dell’essere aristotelico: la necessità del creatore intrinseca all’ente con la conseguente presenza di un unico Dio distinto dalla diversa conformazione dei piani dell’essere, il valore ontologico della razionalità tra i piani dell’essere, l’ontologia realista come sistema tra ente creatore ed ente creato.
- La novità ontologica di San Tommaso: il piano esistenziale e il rapporto ontologico tra piani.
«9.4 la distinzione fra essenza ed esistenza
- Comprendere un’essenza significa cogliere gli elementi che la caratterizzano. Dunque, tutto ciò che non è necessario per comprendere l’essenza è un qualcosa che le si aggiunge dall’esterno e che entra in composizione con essa.
E’ possibile invero pensare una essenza e contemporaneamente non sapere nulla circa la sua effettiva esistenza: posso infatti capire cosa sia un uomo o una fenice e tuttavia ignorare se nella realtà esistano davvero. E’ pertanto evidente che l’esistenza è qualcosa di diverso dall’essenza [2], tranne [4]che nel caso di un ente la cui essenza coincida con l’esistenza [3], ma di un tal genere può essercene uno soltanto [5], cioè il primo ente in assoluto….
Le proprietà di un ente o derivano dai princìpi propri della sua natura, come per l’uomo la capacità di ridere, o dipendono da un qualcosa di esterno, come la luce nell’aria dipende dall’influsso del sole. Non è però possibile che l’esistenza stessa dipenda dalla forma o dall’essenza di un ente come da causa efficiente, perché così un ente risulterebbe essere causa di sé stesso e produrrebbe la propria esistenza, il che è impossibile.[6] E’ pertanto necessario che tutte queste realtà in cui l’esistenza è distinta dalla propria natura ricevano tale esistenza da un principio esterno (ab alio).
Poiché ciò che esiste in virtù d’altri implica un riferimento a ciò che esiste di per sé stesso come alla causa prima, è necessario che esista qualcosa che, in quanto esiste di per sé, sia causa dell’esistenza di tutto [1], viceversa nel risalire di causa in causa si finirebbe col procedere all’infinito….
da S. Tommaso d’Aquino, De ente et essentia, Ed. Marietti»1
Tommaso d’Aquino, mentre rileva nel reale la necessaria presenza del piano esistenziale [2], rileva anche la necessità da parte dell’ente di essere stato creato [1]. Si supera così lo “stallo aristotelico” che poteva recepire solo la presenza “ ab aeterno” della materia e delle essenze .
Sempre attraverso il piano esistenziale, ma questa volta piano da sempre presente nell’essenza [3] (in sintesi con l’essenza per semplicità), San Tommaso può descrivere la caratteristica Dio come Essere creatore, ossia Dio come Vita-in-quanto-Tale. Questa relazione sintetica tra piani dell’essere che proclama Dio come Eterno e Creatore è quella descritta nel Vecchio Testamento. Scrive a tal proposito Tommaso Demaria.
«…, proclamato come l’Essere creatore nel Vecchio Testamento (Io sono Colui che sono), che poi viene esplicitato come Dio-Amore.»2
San Tommaso, attraverso l’introduzione del piano esistenziale, amplia gli orizzonti della razionalità del suo tempo facendole percepire da una parte l’essere creaturale e dall’altra la Vita-in-quanto-tale (l’Essere) ma non solo.
In terzo luogo San Tommaso aggiunge all’ontologia la centralità e il valore ontologico del “rapporto strutturale essenza-esistenza”. Lo fa con un “tranne” [4],
“l’esistenza è qualcosa di diverso dall’essenza [2], tranne [4]che nel caso di un ente la cui essenza coincida con l’esistenza [3]”
Sostiene infatti San Tommaso che nell’ontologia realista, ciò che fa diverso il Creatore dalla sua creatura è proprio il diverso rapporto ( di sintesi o di analisi) tra questi due piani ( i piani essenziale ed esistenziale). Il creatore è fuori dal tempo e mentre la creatura dentro, ciò che li unisce nell’unica ontologia sono l’essere e i suoi piani, ciò che li divide il loro rapporto.
La quarta novità rispetto al realismo Aristotelico è la conclamazione della presenza nel reale e nell’unica ontologia realista, di due tipi di ente (categorie) definiti in tale diversità proprio dalla struttura dei piani dell’essere. Questa diversità fa il sistema metafisico realista appunto un sistema.
I due tipi di ente sono parti dell’unico sistema realista:
- unico ontologicamente perché non si può pensare l’ente creato senza introdurre nel sistema l’ente increato [6].
- Sistema perché un unico formato da due enti certamente distinti tra loro dalle differenti strutture dei piani dell’essere [2]≠[3].
Corollario di questa doppia presenza/unità è quello della conseguente necessità di definire il loro rapporto per via ontologica realista, ossia attraverso i piani dell’essere.
Struttura ontologica aristotelico-tomista
La novità di San Tommaso, il piano esistenziale, “introduce” nel sistema metafisico realista dell’essere3 quattro caratteristiche necessarie a reggere l’intera metafisica.
- la necessaria dimensione di essere creaturale dell’ente, un ente non si spiega da sé stesso [6]
- la necessaria presenza di Dio Creatore, Essere, Vivo e Vita in quanto tale fondamento ontologico [5]
- la presenza della razionalità nel rapporto tra i piani dell’essere essenziale ed esistenziale ( di sintesi o di analisi) [4] come specificazione necessaria per distinguere Dio dall’uomo
- L’ontologia come sistema ontologico. La necessità di comprendere la relazione tra i due elementi dell’ontologia, un
- o nel tempo e uno fuori dal tempo, l’uno creatura e l’altro creatore. L’actus essendi “creatore-creatura”, da Tommaso ontologicamente necessario a tutti gli enti [6], si pone fuori dal tempo o al massimo nel primissimo istante. E poi? Non ci sono altre interazioni a carattere ontologico?
Gv 1:12 A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, …
- La struttura della vita proposta da Tommaso d’Aquino. 1
- Il rapporto degli enti con la vita-azione. 2
2.1 Il contenuto ontologico della Vita. 2
E la vita creata che cosa è? È organismo. 4
Come vitalizza un ente creato? Assume razionalità analoghe a quelle della Vita. 4
Cosa vitalizza? I piani dell’essere dell’ente creato. 4
2.2.1 la sintesi della vita nel piano esistenziale. 5
2.2.2. la sintesi della vita nel piano essenziale. 6
Come può l’essenza Divina rimanere tale incarnandosi nel creato? L’unione ipostatica. 6
Quale è la Forma dell’ente dinamico? La Razionalità della Vita storicizzata. 7
Autocostruzione viva di che cosa? Dell’essenza reale. 8
L’ente dinamico essenzialmente è una ipotesi o c’è una corrispondenza con il reale? La religione 9
- l’organismo dinamico custodisce la relazione ontica essenziale divino-umana. 9
- Postfazione, il percorso onto-logico. 11
1. La struttura della vita proposta da Tommaso d’Aquino
C’è un sentiero stretto, la Vita, che ogni uomo conosce e che pervade l’intero pensiero metafisico. La struttura ontologica della Vita proposta da Tommaso d’Aquino nel “De ente ed essentia” contiene implicita quella dell’organismo dinamico esposta da Tommaso Demaria in “Ontologia realistico dinamica”. L’ontologia tomista è un sistema ontologico in cui la relazione tra gli elementi è tanto stretta da poter sostenere che la metafisica realistico tomista non si regge senza l’ente dinamico.
2. Il rapporto degli enti con la vita-azione
Diamo per scontato l’intera dottrina dell’essere sino ad ora seguita dal realismo, ma lo scopo di affrontare il tema della “Matrice ideoprassica dinontorganica operativa” limita il nostro approfondimento a due tra le novità di San Tommaso d’Aquino: la struttura del rapporto tra piani e il sistema che genera nell’ontologia[1] in relazione all’organismo.
La parola “organismo” richiama la vita[2], si tratta quindi di scorgerla a livello ontico.
2.1 Il contenuto ontologico della Vita
Dove e come è definita la Vita-in-quanto-Tale dal punto di vista ontologico-metafisico realista? Nel Divino.
La Vita-in-quanto-tale, nell’ontologia tomista è descritta immediatamente e posta come creatore di ogni ente[i].
- Dio-creatore è necessariamente vivo appunto perché creatore [1]. E poiché eterno [5] il “Dio dei filosofi” è necessariamente Vivo da sempre. E poiché causa incausata è vivo nella sua stessa essenza [6], Dio ed è perciò la Vita-in-quanto-Tale[3].
- Poiché Dio è la Vita-in-quanto-Tale e insieme Dio è descritto nel sistema realista come rapporto sintetico tra essenza ed esistenza, l’unica conclusione possibile è che proprio questo rapporto di sintesi essenzial-esistenziale [3] definisce la Vita-in-quanto-tale.
- La Vita è Razionalità di Azione. La Vita maiuscola perché Vita-in-quanto-tale ( da ora in poi il Maiuscolo la distingue dalla vita creata in minuscolo) è necessariamente rapporto di auto-sintesi [6] tra i piani, ne segue che la Vita-autosintetica è anche necessariamente Azione che realizza sè stesso[4] fuori dal tempo (Atto puro), e poiché contemporaneamente ad azione è anche essenza ne segue che è anche Razionalità di Azione ( Logos, Verbo della Vita).
- Infine, poiché Dio è tutto e totalmente Vita, è implicito che la Razionalità di azione è atto vitale e vitalmente operante.
In Dio, tutto ente e tutto essenza, e quindi tutta Vita, tutte questi aspetti non possono essere divisi.
Senza uscire da San Tommaso possiamo rilevare che il rapporto essenzial-esistenziale qualifica la Vita come Azione (Atto puro) “guidata” da un Razionalità vitale e vitalmente operante.
2.2 Metafisicamente l’organismo mantiene le caratteristiche tipiche del “rapporto divino”, la Vita.
San Tommaso descrive la caratteristica della Vita come la sintesi per semplicità dei piani essenziale ed esistenziale: è Vita da sempre esistente ossia Vita Eterna.
ente la cui essenza coincida con l’esistenza [3], ma di un tal genere può essercene uno soltanto [5], cioè il primo ente in assoluto.…
Sostiene san Tommaso nel De ente et essentia: nessun’altra Vita-in-quanto-Tale è possibile [5], tanto da poter senz’altro concludere che questo rapporto sintetico tra piani essenzial esistenziale è proprio tipico della Vita.
E la vita creata che cosa è? È organismo
Visto che sono ontologicamente legati struttura dei piani dell’essere e Vita, sarebbe assurdo che tra la Vita-in-quanto-Tale la vita creata e i suoi piani non ci sia alcuna relazione o analogia.[5]
La prima ovvia considerazione già fatta è che nel reale e nel sistema ontologico realista la Vita entra nella storia animando la materia e dando origine ad un organismo.
«Ed è appunto questo ente creato materiale o impastato di materia, che dà immediatamente luogo all’organismo, ponendolo come una primordiale categoria ontica dell’ente creato materiale o comunque impastato di materia: la categoria ontica dell’organismo, che ha il privilegio di beneficiare della vita.»[6]
Ne consegue che il contenuto del rapporto tra i piani tipico della Vita andrà cercato nell’organismo: questa razionalità diviene caratteristica nell’ente creato materiale (o mobile[7]) diventando vita.
Come vitalizza un ente creato? Assume razionalità analoghe a quelle della Vita.
L’analogo della razionalità della Vita anima l’ente creato. Ad esempio l’Autosintesi (razionalità di azione increata tipica della Vita), entrando nel creato mantiene la razionalità auto-sintetica [3] ma ovviamente non per semplicità. La razionalità sintetica nell’ente creato materiale, può esprimersi solo analogamente come auto-costruzione: l’organismo creato infatti produce sintesi ma solo a partire dall’esistente creato, e quindi nel tempo, e quindi (auto) costruendo nei limiti della propria essenza.
Cosa vitalizza? I piani dell’essere dell’ente creato
Dal punto di vista ontologico la struttura della Vita divina vitalizza la struttura ontica dell’ente creato [2]. E poiché la struttura ontica dell’ente creato materiale è essenza + esistenza, l’ontologia dell’ente creato materiale ammette due modalità di storicizzazione (tipi di rapporto) in grado di dar luogo ad un organismo: l’una sarà una sorta di autocostruzione come caratteristica propria al piano esistenziale, l’altra una autocostruzione caratteristica tipica del piano essenziale di un ente creato[8].
2.2.1 la sintesi della vita nel piano esistenziale
Tocchiamo appena l’argomento “ struttura esistenziale vitale” che non è di pertinenza di questo studio, indicando la più evidente modalità con la quale l’Autosintesi entra nella storia nel sistema realista: come autocostruzione limitata al piano esistenziale. ESSA CONSISTE nell’autocostruzione universale più evidente, riguardante l’agire di un dato organismo particolare, dal virus alla balena. In questo “caso esistenziale” lo scorrere della vita nel tempo sostanzia il rispettivo organismo vivo senza modificarne l’essenza reale. Questa razionalità è visibile, nel caso della “Razionalità di azione autocostruttiva vitale e vitalmente operante”, evidente per esempio nel metabolismo, la razionalità metabolica presente e uguale dalla nascita alla morte[9] in qualsiasi organismo.
L’essenza reale dell’organismo … cane … “già fatta” ci dice che l’organismo è STATICO[10] ossia essenzialmente compiuto ( relativamente perfetto[11]) fin dal primo istante e vivo, e in quanto vivo e mantenuto in vita dalla razionalità organica esistenziale (transito potenza – atto).[12]
2.2.2. la sintesi della vita nel piano essenziale
É giustificata una sintesi tra la Vita e l’analogo piano essenziale dell’ente creato? É necessaria perché sussista il sistema ontologico.
l’esistenza è qualcosa di diverso dall’essenza [2][13]
La ragione più immediata di questa possibilità/necessità riguarda la sussistenza del sistema ontologico, come lo è il sistema realistico tomista che comprende il Divino e l’ente creato e riguarda la struttura. Lo è per ragioni di sistema, lo è per ragioni di Divinità: il Divino si deve poter relazionare con qualsiasi piano dell’ente increato. Violare questa condizione significa non realizzare il sistema realistico stesso.
Ma lungi da noi ancorare una convinzione ad un’osservazione razionale, per quanto fondata e in sè necessaria dalla natura razionale di tutti gli elementi del problema. Occorrono certamente ben altre argomentazioni e per l’importanza e complessità dell’argomento inviamo alla “Trilogia realistico integrale” di Tommaso Demaria in particolare al primo volume “Ontologia realistico dinamica”. E proseguiamo.
Come può l’essenza Divina rimanere tale incarnandosi nel creato? L’unione ipostatica
San Tommaso spiega [1] che “una sola può essere la causa dell’esistenza di tutto”, ma l’entrata nel tempo come essenza di ente creato materiale non duplica il Divino perché avviene come struttura dei piani dell’essere, essenzialmente sintetica ad un ente creato materiale: l’umanità[14]. L’entrata nel tempo come essenza è ontologicamente possibile, quindi, perché la storicizzazione avviene come Razionalità della Vita (Logos)[15] . Perché ciò avvenga onticamente (e non sia solo possibilità ontologica di sintesi tra umano e divino) occorre l’unione ipostatica che ovviamente può essere solo iniziativa del Divino[ii]-creatore[16].
Cosa cambia nella vita-essenziale-creata rispetto al divino? Il dinamismo di auto-sintesi diventa proprietà di una essenza creata producendo non sostanzialità
Quando “trasferiamo” l’analogo dell’Auto-sintesi tipica della Vita nell’essenza di un ente creato ciò che ne risulta è la auto-costruzione essenziale propria all’essenza reale di quell’ente: come dire che quell’ente non si completerà mai nella sua essenza reale perché rimarrà sempre in costruzione. Ossia quell’ente non sarà mai sostanza perché soggetto ad una realizzazione essenziale perenne: è un ente dinamico essenzialmente.
Quale è la Forma dell’ente dinamico? La Razionalità della Vita storicizzata.
La forma dell’organismo dinamico essenzialmente è “Cristo forma”[17]. La Razionalità della Vita è Forma storicizzata dell’ente creato materiale umanità. Il Logos[iii] è Cristo Forma storicizzata[18] nella sua veste di “razionalità di azione vitale e vitalmente operante” autocostruttiva di quell’essenza storica specifica[19]. Non nascono problemi ontologici con il principio di non contraddizione perché l’unione genera necessariamente una Nuova creatura, la Chiesa – Corpo Mistico[20].
Autocostruzione viva di che cosa? Dell’essenza reale
Nell’organismo dinamico l’essenza archetipa è posta, ma occorre l’autocostruzione dell’essenza reale che diviene al fine di realizzare l’essenza archetipa stessa. L’organismo dinamico si definisce quindi Ens cuius essentia fit[21]. Non si tratta di moto metafisico perché, nell’ente dinamico essenzialmente, muta l’essenza reale o se si vuole si tratta di un caso speciale di esso[22].
In cosa è diversa l’autocostruzione essenziale dal Divino? Ha natura accidentale diversamente da Dio che è Atto.
L’autocostruzione è divenuta proprietà essenziale, e quindi quell’essenza archetipa non potrà MAI smettere di realizzarsi nella sua essenza reale[23], pena il cessare dell’ente stesso. La razionalità della Vita è quindi bloccata all’interno dell’ente, senza possibilità residue, fino alla fine dei tempi, senza mai potersi realizzare completamente. Cristo forma storicizzata dell’umanità sarà con noi ogni giorno per tutti i giorni fino alla fine dei tempi e nel contempo la storia rimarrà il campo di grano con la gramigna. Cristo-servo inchiodato all’umanità, Lui perfetto e sintetico per semplicità, non realizza la propria essenza e quindi soffre.
In questo testo finalizzato allo studio della struttura ontologica della Matrice dinontorganica operativa è inutile operare altre digressioni di carattere evangelico. Non è la sede, questo è solo il Dio dei filosofi, la Vita, considerato attraverso la razionalità che effonde dal rapporto tra i suoi piani.
Quali sono le caratteristiche del piano essenziale analoghe a quelle del divino? La struttura dei piani dell’essere, l’autocostruzione essenziale, la razionalità di azione, la sapienza vitale e vitalmente operante.
Abbiamo già intuito che entrando nell’essenza di un ente materiale, la struttura[4] dei piani dell’essere che S. Tommaso assegna alla Divinità dei filosofi, può traslare nella storia in modo analogo al divino. Allo scopo di vitalizzare un’essenza Archetipa di un creato materiale
- Il piano essenziale ed esistenziale sono in sintesi nell’ente/organismo dinamico, analogamente al divino.
- L’autocostruzione che sostituisce l’Autosintesi è dinamicità essenziale con il fine di mantenere, producendola, l’essenza reale di un ente.
- L’organismo dinamico è costituito da Vita-Azione che ha come razionalità di azione autocostruttiva il Logos della Vita nell’umanità, assieme a quella dell’ente creato
- che operativamente è costituito da sapienza vitale e vitalmente operante insieme dell’ente creato materiale e del divino
In sostanza l’ente in questione gode della dinamicità vitale vitalmente operante, che in una parola possiamo definire dinontorganicità essenziale ( dinamismo ontologico costruttore di un organismo).
L’ente dinamico essenzialmente è una ipotesi o c’è una corrispondenza con il reale? La religione
L’evento principe che mostra come questa possibilità si sia realizzata è la religione stessa in quanto ente.
«c) Da. parte di entrambi (Dio e uomo), la R. appare come un rapporto vitale, operativo, in ordine precisamente alla salvezza. Non dunque il rapporto ontologico Dio – uomo, come di creatore a creatura. Questo non è ancora il rapporto religioso, ma solo un presupposto metafisico per il rapporto religioso.»[24]
3. l’organismo dinamico custodisce la relazione ontica essenziale divino-umana
Il nostro interesse ontologico, OGGI è per l’organismo dinamico[25] essenzialmente, perché esso è l’oggetto della Matrice. Posiamo affermare che l’organismo dinamico, è conseguenza dell’introduzione dell’esistenza nel sistema ontologico dell’ontologia tomista, e che custodisce in sé la relazione ontica ed ontologica tra ente creato e il Divino nella realtà storica. In sé, per propria natura, come succede nelle altre parti del sistema realista. Solo esso può spiegare la relazione storica e nello stesso tempo ontologica tra umano e divino che chiamiamo Religione-Corpo Mistico. Si veda a questo proposito “ Scritti teologici inediti[26]” al capitolo “Dio e la religione” di Tommaso Demaria a cura di Mauro Mantovani da pag. 17.
La considerazione di questo tipo di rapporto tra piani dell’essere fonda la metafisica realistico integrale che possiamo indicare con altri termini come metafisica organico-dinamica o anche “metafisica dell’incarnazione” della Vita, e, ovviamente, metafisica dell’Essere[27]. Più precisamente del Verbo della Vita[28].
San Tommaso stesso, postula direttamente il sistema metafisico nell’ontologia, e come conseguenza, la presenza dell’ente dinamico scoperto successivamente da Tommaso Demaria.
«Conseguenza di ciò? Questa: la metafisica dell’essenza dinamica sarà necessariamente e formalmente una metafisica essenziale dell’esistenza come divenire attivistico (e dell’esistente come attivisticamente diveniente). Sarà necessariamente una metafisica dell’ente, formalmente come reale, esistente concreto: appunto perché ente dinamico, e perché colto nella sua essenza dinamica e dunque nella sua esistenza essenziale, che lo impone allo studio metafisico come essenzialmente ed attivisticamente diveniente, ossia (in senso dinamico) come essenzialmente esistente. Si noti bene: in sede metafisica realistica (e dunque tomista), nessun ente può essere studiato come essenzialmente esistente: ECCETTO DIO [3], perché appunto, eccetto Dio, nessun ente è essenzialmente esistente. Fa però eccezione appunto, l’ente dinamico. Non perché sia “essenzialmente” esistente ad modum Dei, ma perché “essenzialmente esistente” come attivisticamente diveniente nella sua stessa essenza. L’essenza di Dio si identifica con là propria esistenza, perché perfettissima[5], l’essenza dell’ente dinamico s’identifica (non per semplicità, ma per composizione) con la propria esistenza, perché imperfettissima (= perché ancora diviene attivisticamente). Dio è l’essere perfettissimo per essenza. L’ente dinamico è l’ente imperfettissimo per essenza. A metà stanno gli enti creati “relativamente perfetti” (perché con essenza già fatta).» [29]
Questa correlazione tra Vita e organismo dinamico in quanto struttura e sistema ci basta per studiare a fondo la genesi ontologica della Matrice dinontorganica.
4. Postfazione, il percorso onto-logico
Da San Tommaso a Tommaso Demaria.
- Il piano essenziale ed esistenziale caratterizzano tanto l’ente creato come l’ente increato (San Tommaso)
- la struttura dei piani dell’essere distingue l’ente creato dall’ente increato (San Tommaso)
- La struttura dei piani dell’essere descrive enti diversi (ente creato ed ente increato) (San Tommaso)
- L’ontologia è un sistema tra enti Diversi ( San Tommaso)
- L’ente increato ( il Divino) è la Vita in quanto tale (San Tommaso)
- La Vita ha proprie caratteristiche peculiari che dipendono dalla modalità sintesi tra piani essenziale ed esistenziale (San Tommaso)
- La modalità di sintesi tra piani ha una propria razionalità interna oggettiva.
- La Razionalità di sintesi propria alla Vita ha un suo analogo nell’ente creato, nella sua dimensione essenziale od esistenziale ( Tommaso Demaria)
- L’analogia consiste nel trasferimento di talune caratteristiche peculiari alla Vita, in modo analogico, nell’ente creato ( Tommaso Demaria)
- Nell’ente creato queste caratteristiche possono essere del piano essenziale, in questo caso danno origine all’organismo dinamico essenzialmente (Demaria)
Note di chiusura
1S. Tommaso d’Aquino,Introduzione alla filosofia-testi-,I.S.S.R. SAN PIETRO MARTIRE VERONA Verona 2015[9,9 Filosofia e Teologia. La Scolastica, § 9.4 la distinzione fra essenza ed esistenza p. ].
2Tommaso Demaria,CONFRONTO SINOTTICO DELLE TRE IDEOLOGIE, quarta serie, Roma 1985[CULTURA COME CIVILTA’,[ [ B IDEOPRASSI LAICISTA LIBERALCAPlTALISTA E CIVILTA’DELL’AMORE[ , § 4. Esame critico. n°/p. 125 https://www.organismodinamico.it/wp-content/uploads/2017/06/Confronto_sinottico_1985__completoDefinitivo.pdf].
3«Non è forse l’essere il classico oggetto della metafisica realistica oggettiva? È di lì che parte il suo metodo, contenuto virtualmente nella definizione realistica oggettiva della verità, precisamente come adaequatio intellectus et rei.» Tommaso Demaria,6 NUOVE PROSPETTIVE IL DINONTORGANISMO, La metafisica aristotelico-tomista come sistema metafisico realistico oggettivo;sua crisi e rifiuto. § 6 – La metafisica realistica oggettiva e il suo metodo.
[1] «Nota 1: Per noi qui l’ontologico si riferisce all’Ontologia, e cioè allo studio dell’ente; l’ontico si riferisce all’essere stesso. E’ superfluo il dire che il nostro uso dei due termini non collima con quello heideggeriano» Tommaso Demaria,1 ONTOLOGIA REALISTICO DINAMICA,Costruire Bologna 1975 [parte prima dalla realta’ storica al suo problema metafisico,[ [ V Ente statico ed ente dinamico [ , § 2 – Il posto dell‘ente dinamico nel quadro universale dell’ente n°/p. 143 ].
[2] «…. Ed è appunto questo ente creato materiale o impastato di materia, che dà immediatamente luogo all’organismo, ponendolo come una primordiale categoria ontica dell’ente creato materiale o comunque impastato di materia: la categoria ontica dell’organismo, che ha il privilegio di beneficiare della vita.» Tommaso Demaria,3 LA REALTA’ STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975, I Teoria dell’organismo , § 6 – Sbocco metafisico dell‘organismo n°/p. 38 .
[3] I riferimentii sono al testo riportato in fondo. S. Tommaso d’Aquino,Introduzione alla filosofia-testi-,I.S.S.R. SAN PIETRO MARTIRE VERONA Verona 2015[9,9 Filosofia e Teologia. La Scolastica, § 9.4 la distinzione fra essenza ed esistenza p. ].
[4] «Solo Dio è spoglio di moto metafisico e di movimento. Per questo « metafisicamente » è Atto Puro, e vien detto Motore Immobile.» Tommaso Demaria,1 ONTOLOGIA REALISTICO DINAMICA,Costruire Bologna 1975 [parte prima dalla realta’ storica al suo problema metafisico,[ [ IV La realta’ storica come essere [ , § 1- Lo statico n°/p. 117 ].
[5] Quando pensiamo alla vita creata come atto d’Essere limitato da una essenza il legame è evidente anche con l’ontologia classica, ma preferiamo qui specificare qui l’esistenza/atto d’essere nel rapporto di analogia della Vita con la vita. L’atto d’essere/esistenza resta sottointeso.
[6] Tommaso Demaria,3 LA REALTA’ STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975 [,[ [ I Teoria dell’organismo [ , § 6 – Sbocco metafisico dell‘organismo n°/p. 38 ].
[7] «L’ente contingente coincide a sua volta con l’ente creato, e vien detto anche ente mobile (ens mobile), perché sottoposto alla legge del moto metafisico, consistente nel passaggio dalla potenza all’atto (transitus de potentia ad actum).» Tommaso Demaria,1 ONTOLOGIA REALISTICO DINAMICA,Costruire Bologna 1975 [parte prima dalla realta’ storica al suo problema metafisico,[ [ V Ente statico ed ente dinamico [ , § 2 – Il posto dell‘ente dinamico nel quadro universale dell’
[8] «Poiché già conosciamo il significato tecnico dei singoli termini, è anche facile superarne l’apparente contraddizione verbale armonizzando le varie espressioni nella loro logica articolazione. L’ente mobile infatti comprende sia l’ente statico che l’ente dinamico, poiché tutti e due sono ente mobile, essendo entrambi soggetti alla legge del moto metafisico. Ma l’ente mobile può essere soggetto al moto metafisico solo quoad existentiam, o anche quoad essentiam. Può essere cioè o solo esistenzialmente mobile, o anche essenzialmente mobile. In altre parole, esso si articola in ente mobile ad essenza immutabile (= ente statico) e in ente mobile ad essenza mutabile, sempre nel senso di un suo farsi coerente ed univoco ( = ente dinamico).» Tommaso Demaria,1 ONTOLOGIA REALISTICO DINAMICA,Costruire Bologna 1975 [parte seconda ‘dell’ente dinamico,[ [ II Essenza dell’ente dinamico [ , § 2 – Il posto dell‘ente dinamico nel quadro universale dell’ente n°/p. 144 ].
[9] Il metabolismo, comunque si presenti, è universale, tanto è vero che al suo cessare prendiamo atto che è giunta la morte)
[10] «L’organismo statico è quello la cui essenza già è, fin dal primo istante della sua esistenza. Diciamo ‘‘ essenza ‘‘, e non già ‘‘ sviluppo esistenziale ‘‘. Rimane pacifico che questo si pone fenomenicamente nel tempo, divenendo attraverso l’intero ciclo vitale dell’organismo in questione. È questa la definizione metafisica essenziale e la condizione esistenziale dell’organismo fisico, ossia del fisiorganismo.» Tommaso Demaria,3 LA REALTA’ STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975 [,[ [ I Teoria dell’organismo [ , § 11 – L‘EDUC come SD n°/p. 54 ].
[11] «L’ente dinamico è l’ente imperfettissimo per essenza. A metà stanno gli enti creati “ relativamente perfetti” (perché con essenza già fatta).» Tommaso Demaria,DE DEO, praelectionum selectio,Pontificium Athenaeum Salesianum Torino 1964 [Deus Ratione Religionis, V Lo strumento metodologico del realismo dinamico , § 5 n°/p. 370-371 https://www.organismodinamico.it/wp-content/uploads/2015/11/1119111554_001.pdf].
[12] «… l’organismo statico è sempre sostanza e con una forma viva sostanziale; »
Tommaso Demaria,3 LA REALTA’ STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975, I Teoria dell’organismo , § 11 – L‘EDUC come SD n°/p. 54-55 .
[13] S. Tommaso d’Aquino,Introduzione alla filosofia-testi- di Giuseppe Galifi, I.S.S.R. SAN PIETRO MARTIRE VERONA Verona 2015[9,9 Filosofia e Teologia. La Scolastica, § 9.4 la distinzione fra essenza ed esistenza p. ].
[14] «Più brevemente e convenzionalmente diremo così la R. è la sintesi ontologico – dinamica, organico – cellulare, dell’umano nel Divino.» Tommaso Demaria,DE DEO, praelectionum selectio,Pontificium Athenaeum Salesianum Torino 1964 [Deus Ratione Religionis, VI Che cos’è la religione? , § 12 n°/p. 397 https://www.organismodinamico.it/wp-content/uploads/2015/11/1119111554_001.pdf].
[15] «CHE L’ENTE DINAMICO SUPREMO, che per essere veramente tale e per condurre veramente ad una sintesi integrale cristiana, dovrà coincidere con DIO stesso. E vi coincide, in quanto coincide precisamente col VERBO INCARNATO vivente nella storia come CORPO MISTICO.» Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957 [parte quarta la sintesi cristiana, XIII Formula sintetica cristiana , § 8- L‘ente dinamico supremo. n°/p. 171 ].
[16] «Realtà divina complessa, che si pone nella storia come iniziativa religiosa salvifica, come dono di salvezza, e che in rapporto all’essenza della R. si qualifica precisamente come forma. Forma divina complessa, ricca di modalità diverse, ben lontana dall’assoluta semplicità di Dio in sè, tanto da qualificarsi più propriamente come un complesso Divino, anziché solamente come Dio, nella sua semplicità ineffabile.» Tommaso Demaria,DE DEO, praelectionum selectio,Pontificium Athenaeum Salesianum Torino 1964, Deus Ratione Religionis, VIII Il Divino come Forma [ , § 1 n°/p. 409 https://www.organismodinamico.it/wp-content/uploads/2015/11/1119111554_001.pdf].
[17] « terminus ad quem (la funzione divinizzante di Cristo-forma qui viene veduta nel suo effetto, incarnato e trasformante la materia).» Tommaso Demaria,Cristo Forma,Istituto Internazionale di Pedagogia e Scienze Religiose Torino 1969 [,[ [ 9 Funzione di Cristo-Forma [ , § 1 – FUNZIONE ATTUALIZZANTE n°/p. 72 ].
[18] « Il problema di Cristo Forma è un problema di Cristologia. Ma di quale Cristo? Rispondiamo: non più di Cristo considerato in sé empiricamente, come documentazione, dato di esperienza prescindendo metafisicamente dalla sua esistenza storica concreta. Ma Cristo considerato metafisicamente (= teologia speculativa) e formalmente come concretamente esistente nella storia; Cristo come realtà storica; Cristo come Persona storicizzata.» Tommaso Demaria,Cristo Forma,Istituto Internazionale di Pedagogia e Scienze Religiose Torino 1969 , 1 Il problema , § 2 – NATURA DEL PROBLEMA n°/p. 2 ].
[19] Scritti Teologici Inediti, Tommaso Demaria, Cristo Forma, pag 73
[20] «Ma in che cosa “s’incarna” il Divino, proprio per poter essere l’anima della civiltà? Posta la primordiale incarnazione del Verbo, ecco che Egli si incarna nella, religione cristiana ossia nel suo Corpo Mistico che è la Chiesa, intesa appunto non già come istituzione (o solo come istituzione), ma come Corpo Mistico di Cristo.» Tommaso Demaria,CONFRONTO SINOTTICO DELLE TRE IDEOLOGIE, quarta serie, Roma 1985 [CULTURA COME CIVILTA’, PREMESSA [ § 6. Le tre incarnazioni del Divino. n°/p. 93 https://www.organismodinamico.it/wp-content/uploads/2017/06/Confronto_sinottico_1985__completoDefinitivo.pdf].
[21] «Già si è accennato a questa duplice categoria ontologica dell’ente creato, definendo l’ente statico come ens cuius essentia est (= ente la cui essenza reale già è fin dal primo istante della sua esistenza, e dunque non si fa); e l’ente dinamico come ens cuius essentia fit(= ente la cui essenza reale ancora non è ma si fa, diviene, si costruisce attivisticamente nello spazio e nel tempo).» Tommaso Demaria,4 L’IDEOLOGIA CRISTIANA,Costruire Bologna 1975 [parte terza l’ideologia cristiana come ideologia dinontorganica,[ [ XVII Verso l’assoluto ideologico cristiano [ , § 3- I requisiti. n°/p. 306 ].
[22] «Ne segue che tale divenire non sarà affatto sinonimo del moto metafisico (anche se lo implica); ma, se mai, un caso unico di tale moto, consistente appunto in un divenire essenziale coerente ed univoco, in quanto tale non riducibile al moto aristotelico, come una specie non è riducibile al genere, tanto più se genere remotissimo.» Tommaso Demaria,DE DEO, praelectionum selectio,Pontificium Athenaeum Salesianum Torino 1964 [Deus Ratione Religionis, V Lo strumento metodologico del realismo dinamico , § 2 n°/p. 367 https://www.organismodinamico.it/wp-content/uploads/2015/11/1119111554_001.pdf].
[23] Si tratta della proprietà dell’accidentallità.
[24] «c) Da. parte di entrambi (Dio e uomo), la R. appare come un rapporto vitale, operativo, in ordine precisamente alla salvezza. Non dunque il rapporto ontologico Dio – uomo, come di creatore a creatura. Questo non è ancora il rapporto religioso, ma solo un presupposto metafisico per il rapporto religioso. E neppure il rapporto religioso sarà soltanto un rapporto umano-divino di sudditanza (= morale), o di cortesia (= culto), o di conoscenza, sia pure sviluppata nella filosofia e teologia più profonda. Né la R., né il rapporto religioso, sono una filosofia (e nemmeno una teologia). Ma il rapporto r. è quello che abbiam detto: rapporto vitale-operativo, e dunque costruttivo, in ordine al la salvezza.» Tommaso Demaria,DE DEO, praelectionum selectio,Pontificium Athenaeum Salesianum Torino 1964 [Deus Ratione Religionis,[ [ VI Che cos’è la religione? [ , § 6 n°/p. 390 https://www.organismodinamico.it/wp-content/uploads/2015/11/1119111554_001.pdf].
[25] dinamico essenzialmente: ens cuius essentia fit. Sarebbe meglio “organismus cuius essentia fit” ma il latino non ha il termine giusto per organismo. Capisco S.Tommaso che lo definisce substantia corporea viva.
[26] Scritti teologici inediti (Nuova Biblioteca di Scienze Religiose) di Demaria Tommaso a cura di Mauro Mantovani https://www.editricelas.it/shop/scritti-teologici-inediti/
[27] «Come metafisica dell’essere, la metafisica realistico-dinamica rivendica la divisione fondamentale dell’essere in Essere increato (Dio), ed essere creato, che a sua volta viene diviso metafisicamente in ente statico (riferentesi al mondo della natura), ed ente dinamico (appartenente al mondo della storia).» Tommaso Demaria,4 L’IDEOLOGIA CRISTIANA,Costruire Bologna 1975 [parte terza l’ideologia cristiana come ideologia dinontorganica,[ [ XVII Verso l’assoluto ideologico cristiano [ , § 3- I requisiti. n°/p. 306 ].
[28] «Per prima cosa insistiamo sul fatto che è il REALISMO INTEGRALE a riassumere l’intera metafisica dell’essere (o dell’ente, che dir si voglia). È esso quindi la chiave della sintesi integrale cristiana. Senza realismo integrale, a cominciare dalla sua elaborazione metafisica, non può esserci sintesi integrale cristiana.» Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957 [parte quarta la sintesi cristiana,[ [ XIII Formula sintetica cristiana [ , § 6- Realismo integrale. n°/p. 168 ].
[29] Tommaso Demaria, DE DEO, praelectionum selectio,Pontificium Athenaeum Salesianum Torino 1964 , Deus Ratione Religionis, V Lo strumento metodologico del realismo dinamico , § 5 n°/p. 370-371 https://www.organismodinamico.it/wp-content/uploads/2015/11/1119111554_001.pdf].
[i] «9.4 la distinzione fra essenza ed esistenza
- Comprendere un’essenza significa cogliere gli elementi che la caratterizzano. Dunque, tutto ciò che non è necessario per comprendere l’essenza è un qualcosa che le si aggiunge dall’esterno e che entra in composizione con essa.
E’ possibile invero pensare una essenza e contemporaneamente non sapere nulla circa la sua effettiva esistenza: posso infatti capire cosa sia un uomo o una fenice e tuttavia ignorare se nella realtà esistano davvero. E’ pertanto evidente che l’esistenza è qualcosa di diverso dall’essenza [2], tranne [4]che nel caso di un ente la cui essenza coincida con l’esistenza [3], ma di un tal genere può essercene uno soltanto [5], cioè il primo ente in assoluto….
Le proprietà di un ente o derivano dai princìpi propri della sua natura, come per l’uomo la capacità di ridere, o dipendono da un qualcosa di esterno, come la luce nell’aria dipende dall’influsso del sole. Non è però possibile che l’esistenza stessa dipenda dalla forma o dall’essenza di un ente come da causa efficiente, perché così un ente risulterebbe essere causa di sé stesso e produrrebbe la propria esistenza, il che è impossibile.[6] E’ pertanto necessario che tutte queste realtà in cui l’esistenza è distinta dalla propria natura ricevano tale esistenza da un principio esterno (ab alio).
Poiché ciò che esiste in virtù d’altri implica un riferimento a ciò che esiste di per sé stesso come alla causa prima, è necessario che esista qualcosa che, in quanto esiste di per sé, sia causa dell’esistenza di tutto [1], viceversa nel risalire di causa in causa si finirebbe col procedere all’infinito….
da S. Tommaso d’Aquino, De ente et essentia, Ed. Marietti»
- Tommaso d’Aquino,Introduzione alla filosofia-testi- di Giuseppe Galifi, I.S.S.R. SAN PIETRO MARTIRE VERONA Verona 2015[9,9 Filosofia e Teologia. La Scolastica, § 9.4 la distinzione fra essenza ed esistenza p. ].
Fili 2:5 Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù,
6 il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio;
7 ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana,
8 umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.
9 Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome;
10 perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra;
11 e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.
Gv 1:1 In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
2 Egli era in principio presso Dio:
3 tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
4 In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;
5 la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta.
6 Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.
7 Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
8 Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.
9 Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
10 Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe.
11 Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto.
12 A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
13 i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
14 E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.
15 Giovanni gli rende testimonianza e grida: «Ecco l’uomo di cui io dissi:
Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me».
16 Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia.
17 Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
18 Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.