L’inizio e la fine di qualsiasi valutazione di economia è la risposta questa domanda. “La teoria economica regge? Descrive e prevede l’agire socio-economico con sufficiente precisione anche nel lungo periodo?”
Nel sentire comune la risposta dovrebbe riguardare esclusivamente la scienza matematico-statistica, e invece ho scoperto che una grande quantità di economisti vanta anche una base filosofica. Escludendo pure dalla valutazione Adam Smith che con la sua “sulla ricchezza delle nazioni” si trova proprio all’inizio, eliminando anche Karl Marx la cui teoria socio economica fa acqua da tutte le parti, rimane tuttavia da giustificare la presenza della filosofia tra economisti come von Hayek o J.K. Galbright e molti altri fino a Richard Thaler. Il fatto è che qualsiasi teoria economica ha la giusta pretesa di descrivere il comportamento umano globale dal lato economico e il comportamento a sua volta è parte integrante dello studio di altre scienze, dalla psicologia alla sociologia alla metafisica.
In effetti la razionalità che anima il comportamento umano viene prima della sua misurazione quantitativa, ergo l’economia senza le scienze umane è semplicemente IMPOSSIBILE.
La seconda domanda che regge una teoria economica è legata alla prima“ Cetera paribus o no?” Ossia “La modificazione del comportamento economico (della curva che lo descrive) produce o no una modificazione degli altri elementi umani su cui si regge?”
Molti premi Nobel sono legati alla risposta a queste domande e molti altri lo saranno.
Da dove nasce la scienza economica?
Diventare coscienti della sorgente della scienza economica ci consente di identificare gli elementi che rispondono a queste due domande.
La sapienza è sintesi poderosa perché radice dello sviluppo
L’economia ha leggi proprie, descritte nei manuali di economia che conosciamo. Da cosa nasce un manuale di economia? Certamente non si è fatto da sé, riassume le descrizioni di quei comportamenti socio-economici che si sono dimostrati valide o parzialmente valide nel tempo, tanto da generare una certa capacità di previsione “universale” ed assumere di conseguenza il valore di legge.
All’interno di un manuale di economia troviamo le leggi che regolano lo sviluppo dell’economia nel suo complesso (macroeconomia), e di ogni azienda ( microeconomia) compreso lo sviluppo dell’intera immensa Toyota.
Oggi non ci interessiamo dell’impresa di automobili “Toyota”, bensì del mondo economico “Toyota”, ossia di quel particolare modello di sviluppo noto oggi come “Toyota Way” esportato in ogni parte del mondo e parte integrante tanto della micro quanto della macro economia.
Ci interessiamo di questo modello economico perché tutto lo sviluppo contenuto nel Toyota Way non è altro che un commento allo sviluppo descritto ne “Lo Spirito Toyota” .
Da dove inizia dunque la (micro) economia? “Lo spirito Toyota” ci scrive che la microeconomia inizia dal criterio di sviluppo.
Questa evidenza ce lo ha mostrata il fondatore di un’azienda serissima e credibile: il criterio di sviluppo “just in time” ha dato origine ad un modello che si è diffuso con successo in ogni parte del mondo in realtà diversissime tra loro.
Il criterio di sviluppo è alla base dell’economia.
Oggi utilizziamo questa informazione dello strettissimo collegamento tra criterio di sviluppo e teoria economica perché ci aiuta a comprendere l’immensa proprietà di sintesi propria ad un criterio di sviluppo. Nel nostro caso la sapienza “just in time” di un unico criterio contiene al suo interno le leggi economiche, il Toyota Way, e lo Spirito Toyota.
Qualsiasi risposta di “misurazione” è per definizione già presente nel reale storico come qualità da misurare. Quale è questa qualità da misurare? Nel caso di “Toyota Way” occorre misurare l’effetto “storico” della costruzione della sapienza “just in time”. Tra risultato e sapienza che lo genera incarnandosi c’è infatti una relazione biunivoca.
La semplicità del “calcolo sapienziale”.
La domanda che segue ci aiuta a individuare i fondamenti della teoria economica.
Per confrontare la validità di una teoria economica “è proprio necessario passare dal criterio di sviluppo “just in time” alla sua realizzazione particolare (automobili), alla sua esplicitazione globale (qualsiasi tipo di impresa) ed infine alla teorizzazione (macro) economica” ?
La storia Toyota che prendiamo ad esempio ci parla di una continua incarnazione [nota 4]. Per la relazione biunivoca tra sapienza utilizzata (Just in time) e le attività che lo incarnano, ci è concesso di rispondere che possiamo dare un giudizio fin “prima” dell’inizio come ha fatto K. Toyoda, attraverso quello che possiamo chiamare “calcolo sapienziale” che enunciamo ma che per ora resta una cosa misteriosa.
Ciò che abbiamo capito sino ad ora è che questo “calcolo” si situa all’inizio , riguarda la valutazione delle cause qualitative (la sapienza propria ai criteri di sviluppo che ha causato tutto) e solo dopo gli effetti (la misurazione degli effetti propria di uno studio economico).
La sapienza primaria genera le leggi e gli strumenti di un sistema economico
Aggiungiamo un altro tassello alle nostre conoscenze sul “calcolo sapienziale” notando che il criterio di sviluppo non è scollegato dalle altre leggi, addirittura dallo stesso modo di pensare.
«Nell’evoluzione del sistema di produzione Toyota ho spesso perseguito lo stravolgimento del senso comune, ho cercato di «pensare all’inverso», e invito tutti i manager, i dirigenti, i capi e i lavoratori a essere più flessibili nel loro modo di pensare il proprio lavoro. »
La sapienza primaria genera necessariamente quello che da alcuni autori viene definito ecosistema socio economico e che la metafisica realistico dinamica e la chiesa definiscono “modello di sviluppo”.
Il calcolo sapienziale è il confronto scientifico tra criteri di sviluppo diversi
“La teoria economica regge? Cetera paribus o no?”
Grazie alla relazione biunivoca tra le leggi economiche e il loro criterio di sviluppo fondante (nel nostro esempio “Just in time”) possiamo confrontare tra loro economie diverse perché fondate su criteri diversi. È ciò che ha fatto Kiichiro Toyoda: considerare il criterio di sviluppo (=concetto) e non i singoli risultati, o le macchine necessarie, o la capacità della manodopera, o il marketing, … : il resto è venuto dopo.
Utilizzando i criteri invece che il loro risultato empirico occorre anche rilevare come si sia ridotta l’entità dello sforzo complessivo necessario al confronto; in compenso per confrontare criteri di sviluppo diversi in modo scientifico ed oggettivo occorre utilizzare spostarsi dal calcolo quantitativo ed utilizzare la metafisica realistico integrale.
Prima conclusione
Circa le domande : “La teoria economica regge nel lungo periodo? Cetera paribus o no?”
possiamo azzardare una prima risposta.
- La teoria economica regge nel lungo periodo? La teoria economica regge quando può reggere nello spazio e nel tempo il criterio di sviluppo che la fonda e la anima.
- Cetera paribus o no? Gli altri fattori ( o ecosistema economico, modello, ….) si sviluppano coerentemente mantenendo valida universalmente la teoria economica solo quando derivano dallo stesso criterio di sviluppo fondante
Fine prima parte
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Roggero Roberto