La dialettica realistico dinamica attraverso la Matrice dinontorganica operativa
«Analiticamente, al solo scopo di facilitarne la penetrazione, possiamo distinguere la dialettica realistico-dinamica in dialettica essenziale, delle forme, e trascendentale.»[1]
La matrice dinontorganica per essere veramente strumento deve essere in grado di rappresentare ogni aspetto della dialettica. La matrice dinontorganica operativa è sicuramente la rappresentazione della dialettica essenziale.
«In virtù della dialettica essenziale dell'ente dinamico, ossia del persistere e prevalere della dinamicità ontologica sulla dinamicità fenomenica e sul suo continuo mutarsi ed esaurirsi, lo stesso ente particolare, per la ragione che si trova inserito nella realtà umana esistenziale, non potrà più evadere dalla dinamicità di questa, che è necessaria, universale e omnitemporale. A meno che non evada dalla realtà umana esistenziale stessa, ricadendo nel nulla, o ponendosi colpevolmente fuori della storia.»[2]
La dialettica essenziale mostra l’ente di secondo grado come ente necessitato alla creazione di materia di secondo grado sintetica. A livello essenziale questa necessità di generare la possiamo osservare attraverso l’evidenziazione della “diagonale gialla” (vedi più avanti) che è ente-ciclo sintetico.
Oltre alla coincidenza della dinamicità fenomenica con la dinamicità essenziale la matrice rappresenta anche la dialettica trascendentale a partire dalla religiosità derivata ( celle colorate)..
«Chiamiamo dialettica trascendentale quella che si riferisce alle forme trascendentali dell'ente dinamico, che corrispondono ai trascendentali dinamici e sono le cinque che già conosciamo: la forma trascendentale religiosa, educativa, morale, sociale, e missionaria.» [3]
La dialettica trascendentale pentavalente è perfettamente rappresentata nella Matrice Dinamica Operativa
«Di esse, la prima ha valore sintetico, e le altre quattro hanno valore analitico: come i rispettivi trascendentali dinamici, la cui teoria è valida anche per le forme trascendentali e per la dialettica trascendentale di cui ora ci occupiamo.» [4]
Anche la sintesi tra dialettica essenziale e trascendentale è perfettamente rappresentata attraverso i piani dell’essere cui fanno capo i “singoli” cicli trascendentali.
«Anche la dialettica trascendentale non è che un aspetto della dialettica realistico-dinamica, onde non va separata dalla dialettica essenziale e delle forme, al di fuori delle quali le sarebbe impossibile operare.» [5]
La matrice dinontorganica operativa è sempre strumento per l’immanentizzazione nella realtà umana esistenziale: lo fa attraverso l’organizzazione in piani dell’essere e quindi attraverso la presenza del piano fenomenico. le forme trascendentali si applicano anche all’ente il cui agire rappresenta il piano fenomenico.
«La dialettica trascendentale si riferisce tanto alle forme trascendentali considerate in se stesse, quanto alla loro immanentizzazione nella realtà umana esistenziale come materia seconda dell'EDUC.» [6]
Nella matrice dinontorganica operativa la compartecipazione delle forme trascendentali in cicli a loro volta compartecipati tra loro e legati da piani dell’essere dell’assoluto forma, alla fine, genera un unico ciclo di secondo grado .
«In virtù della dialettica trascendentale, le forme trascendentali dell'ente dinamico, analiticamente molteplici, si fondono dialetticamente in una cosa sola, ed uno risulta L'EDUC, a conclusione del ciclo dialettico realistico-dinamico.» [7]
Ora nella nostra immanentizzazione dal tutto alla parte dobbiamo completare la dialettica delle forme che da Tommaso Demaria viene definita così.
«Veniamo alla dialettica trascendentale in rapporto agli enti dinamici particolari, ossia in rapporto alla materia seconda dell'EDUC. La funzione della dialettica trascendentale in tale rapporto non può essere che questa: attuare la materia dell'ente dinamico, che è materia seconda dinamica, con la sua vera forma, dinamica anch'essa, ossia diveniente e dialettica. In rapporto a tale attuazione la dialettica trascendentale » [8]
«La dialettica delle forme si prospetta in rapporto all'ente dinamico fenomenico e le sue forme contingenti, e in rapporto a tali forme contingenti fra loro.» [9]
La dialettica essenziale
“In un ente dinamico due enti non possono sussistere senza produrre la propria sintesi in qualcosa che li contiene” Questa caratteristica è resa visibile nello strumento Matrice dinontorganica operativa dalla “diagonale” colorata in giallo (tabella 6 più sotto).
Tabella 6: nelle celle colorate in giallo si incontrano esistenza con esistenza, fenomeno con fenomeno, operatività con operatività. Queste celle gialle formano a loro volta un CICLO DI SECONDO GRADO nel dinontorganismo profano e sono appunto i suoi piani dell’essere “sintetici”.
L’unità ontologico-dinamica totale è appunto garantita dalla sovrapposizione dei “piani dell’essere” [10] che rimangono sempre quattro ( e la diagonale ne mostra la sintesi) anche per il dinontorganismo profano preso in sé stesso. Da notare che anche la diagonale fa capo allo stesso Assoluto.
L’azione autocostruttiva dell’ente dinamico fenomenico (A) proprio perché parte di un ente dinamico non può fare a meno di costruire sè stesso ed insieme l’altro ente (B), Si tratta di un NOI INCLUSIVO ontologico, o anche SINTESI ALTRUICA: non posso AUTOCOSTRUIRMI SENZA COSTRUIRE ALTRO DA ME.
Essa rappresenta nel contempo
- un nuovo ciclo-ente
- la sutura tra forma e materia e
- la sutura tra tutto e parte.
- i piani dell’essere dell’ente dinamico “tutto” ed i piani dell’essere degli enti dinamici “parte”.
- il dinamismo essenziale dei piani degli enti particolari. [11]
La sintesi tra tre entità
Abbiamo osservato come nello strumento “matrice dinontorganica operativa” la sintesi diretta dell’agire nell’Assoluto è resa visibile dalla “Diagonale gialla”.
La diagonale gialla è strumento per la sintesi complessa. Infatti, poiché essa è ente di secondo grado può sintetizzarsi a sua volta con altro ente come espresso nello sviluppo sottostante.
Figura 17:Un ente di secondo grado non è necessariamente composto da due soli enti: è possibile visualizzare la sintesi essenziale di un ulteriore ente suturandolo con la diagonale che diviene forma della nuova sintesi. Questo è il caso, per esempio, della sintesi tra società, rivoluzione industriale e ambiente che fanno capo al medesimo Assoluto.
Tuttavia, mentre dal punto di vista visivo la percezione dell’unità è immediata con la vista di entrambe le matrici, in realtà dal punto di vista metodologico-strumentale è più semplice riportare la diagonale gialla sulla colonna “forma”.
Tabella 7: l’universalità della matrice consente la sintesi con un numero imprecisato di enti attraverso riportando la diagonale gialla nella colonna di forma. Occorre avere l’accortezza di ordinarli nel loro rapporto di forma e materia
Il metodo di sintesi è una rilevazione importante perché apre la strada alla teoria delle forme di un ente di secondo grado.
La dialettica trascendentale
Nella Matrice dinontorganica operativa la dialettica trascendentale viene rappresentata dalle esplosione dell’Assoluto nelle forme religiose derivate che compongono la matrice. L’Assoluto dinontorganico in quanto trascendentale dinamico sintetico primario viene rappresentato dall’intera matrice dinontorganica operativa, e i trascendentali dinamici in essa contenuti, sia sintetici che analitici, ne raffigurano la dialettica.
«La dialettica trascendentale si fissa sui tre fattori seguenti: omnitemporalità e omnispazialità della forma trascendentale; reciprocabilità della forma trascendentale; immanentizzazione della forma trascendentale[12].»
Figura 18: l’equivalenza tra Assoluto con i suoi trascendentali dinamici e la matrice dinontorganica operativa conferma l’omnispazialità, l’omnitemporalità. La derivazione dei trascendentali dinamici analitici ne conferma la reciprocità, il collegamento con i piani dell’essere attua l’immanentizzazione caratteristica della dialettica trascendentale.
Omnispazialità e omnitemporalità.
È l’equivalenza dell’intera Matrice Operativa con l’Assoluto ( perché sua esplicitazione) che la fa omnispaziale e omnitemporale) in quanto .
«Una forma trascendentale che non fosse omnispaziale e omnitemporale, che non dominasse cioè l'intera realtà umana esistenziale, si ridurrebbe anch'essa a forma contingente, minando in radice la stessa dialettica realistico-dinamica. Posti i tre fattori suddetti come base della dialettica trascendentale, essa resta garantita dalla natura trascendente-immanente e dalla reciprocabilità dei trascendentali dinamici, con cui le forme trascendentali si identificano.»[13]
Reciprocabilità
La reciprocabilità della struttura trascendentale della matrice operativa è garantita dal fatto che ciascuna forma trascendentale analitica fa capo alla rispettiva forma trascendentale religiosa. La reciprocabilità è garantita dalla ciclicità ( si attuano a vicenda), che le fa “ripartire” ad ogni ciclo ( si risintetizzano costantemente nella forma religiosa), e dall’appartenenza all’assoluto in quanto formalità autocostruttive dei SUOI PIANI DELL’ESSERE.
«Nel primo caso, la dialettica trascendentale è il costante mantenimento in atto della reciprocabilità dei trascendentali dinamici, per cui le forme trascendentali dialetticamente si equivalgono, si attuano a vicenda, si risintetizzano costantemente nella forma religiosa, realizzano continuamente L'EDUC in funzione del Corpo Mistico come forma, trattandosi, come nel caso nostro, della realtà umana esistenziale e della realtà sociale.»[14]
Fig 19: Poiché la matrice è l’esplosione del ciclo trascendentale primario la reciprocità sia attua attraverso la condivisione del ciclo trascendentale con le altre religiosità sotto forma di compartecipazione di cicli
Immanentizzazione
La Matrice dinontorganica operativa è l’esplicitazione di una Essenza che sappiamo essere immanente per definizione. Poiché ciascuna forma trascendentale religiosa è esplicitazione del processo di immanentizzazione legato ai piani dell’essere, anche l’intera dialettica trascendentale espressa dalla matrice può essere solo dialettica di immanentizzazione.
«Per l'immanentizzazione capillare, la materia viene permeata dalla forma trascendentale in ogni sua parte e momento. Per l'immanentizzazione funzionale, supera il proprio immobilismo antifunzionale. Per l'immanentizzazione strutturale, la forma trascendentale attuerà cristianamente le strutture della realtà umana esistenziale come materia seconda, tenendo presente che per la realtà profana si tratterà di attuazione cristiana non più «sacrale», ma «ideologica».»[15]
Forme trascendentali e loro contenuto
La matrice dinontorganica operativa ora come ora rappresenta la struttura essenziale universale del dinontorganismo ma è ancora priva di contenuto. Riconoscere il contenuto è necessario tanto per definire l’assoluto quanto per indicare quale ente dinamico fenomenico. Con al matrice dinontorganica operativa universale siamo in possesso del meccanismo dell’immanentizzazione ma non abbiamo ancora immanentizzato sino a che non vengono riconosciuti i contenuti specifici.
«Per ora i trascendentali dinamici ci appaiono come forme prive di contenuto. Più esattamente: come forme che possono riempirsi di qualsiasi contenuto, vero o falso che sia, buono o cattivo. C'è infatti la religiosità, l’educatività, la moralità, la socialità, la missionarietà, vera o falsa, buona o cattiva. Trattandosi di trascendentali dinamici, diciamo che possono essere a servizio del bene o del male, del vero o del falso, in quanto si applicano al servizio di una cosa o dell'altra, pur sempre obbedendo a un identico meccanismo. Ciò si suole esprimere dicendo che «la dialettica dei contrari è identica», e cioè può venire espressa da una stessa teoria filosofica, finché rimane astratta ossia vuota di contenuto.»[16]
Completare con un contenuto fenomenico ( per es.: organismo dinamico fenomenico azienda)significa completare con l’ESSENZA dell’organismo DINAMICO in questione e quindi disporre di tutti i suoi piani dell’essere. Nella matrice sottostante abbiamo inquadrato la zona fenomenica.
Fig 20: Nella Matrice l’organismo organo si riferisce al contenuto dell’organismo dinamico fenomenico inquadrato dal rettangolo
Anche l’ente dinamico fenomenico è ente dinamico, e quindi in quanto “tal ente” fenomenico, ha i propri piani dell’essere di cui egli stesso è Forma. La matrice perciò si ripropone per la parte in relazione al contenuto dell’area fenomenica ma limitatamene alla sua essenza particolare (il contenuto). La matrice così resta universale.
fig.21: Anche l’essenza dell’organismo organo specifico ( es casa-in-costruzione) può essere sviluppata attraverso una matrice dinontorganica operativa collegata alla prima
In questo modo viene garantita la compartecipazione “indiretta” all’Assoluto
«L'organismo-organo invece di per sè non trascende l'organismo dinamico fenomenico. Ma non per questo si esaurisce in organismo-materia. Appunto perché appartiene al SD formale «Chiesa», non solo dovrà essere ricettivo di forma come il semplice organismo-materia, ma dovrà essere portatore e produttore di essa, diventando effettivamente organismo-organo del SD formale. Non ne sarà però organismo «ripetitore», perché non lo riproduce e non ne partecipa di per sè il valore metafisico. Gli organismi-organo nella Chiesa ossia nel SD formale sono innumerevoli. Basti pensare ai suoi Istituti religiosi e alle sue Associazioni, che sono appunto e debbono essere organismi-organo di essa, sia in rapporto a se stessa che in rapporto al SD totale.» Tommaso Demaria,3 LA REALTA' STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975[,Il Essenza superorganico-dinamica cristiana, § 10 - Composizione organica p. 164].
La teoria delle forme
La matrice dinontorganica è in grado di essere cellula base della teoria delle forme e quindi mostrarla PER NECESSITà?
La matrice dinontorganica esprime un ente di secondo grado dinamico che è per sua natura sintetica di piano essenziale e fenomenico.
- La sintesi ontologica tra le forme è perciò di natura essenziale in essa si trova la teoria delle forme..
- L’ordine forma materia propria dell’essenza richiede una sequenza a valore ontologico (teoria) nella religiosità primaria. Ciò è visibile nella matrice.
- Nel reale possiamo vedere solo la forma religiosa derivata fenomenica (subalterna). La Forma Religiosa primaria (Assoluto) non la possiamo incontrare per strada perché è visibile esclusivamente incarnata in un ente/ organismo dinamico fenomenico (Fenomenico= che mostra).Anche ciò è vivibile nella matrice.
- La Forma religiosa derivata visibile è per sua natura la Forma primaria (Assoluto) coniugata ontologicamente con l’essenza fenomenica di cui necessariamente media la teoria delle forme fenomenica, ossia l’ordine forma-materia fenomenico. Essa da origine a un organismo dinamico fenomenico.
- L’organismo dinamico fenomenico ha come propria materia anche l’ente di primo grado in costruzione essenziale (dinamismo contingente) o già fatto. Da questo ente di primo grado media l’ordine causale fenomenico. L’ordine causale è la base della reversibilità del dinamismo contingente.
Forme subalterne, organismi dinamici fenomenici
La matrice dinontorganica operativa è di per sè universale quindi valida per tutto e per tutti: proprio per questo un conto è la struttura metafisica universale delle forme, un altro è il suo contenuto. Poiché il SD non si vede
«Ma passiamo al piano esistenziale. Vero è che nessuno ha mai veduto sul piano esistenziale il SD in azione, come superagente nel senso sopraddetto. Il SD infatti, come del resto ogni organismo dinamico anche fenomenico, ha valore essenziale, e non empirico, sì che non è possibile vederlo con gli occhi come si vede l'organismo fisico, né come SD, né come superagente. E una delle ragioni per cui il SD rimane invisibile alla luce dei sensi, si è perché esso rimane di indole squisitamente spirituale, anche quando si risolve negativamente in uno pseudo-SD ateo e materialista.» Tommaso Demaria,3 LA REALTA' STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975[,Il Essenza superorganico-dinamica cristiana, § 3 - Essenzialità del SD p. 63].
La forma subalterna è la modalità reale con cui si presenta la forma. Quindi la matrice dinontorganica operativa da struttura vuota si si riempie con un contenuto visibile che si modifica “just in time” per funzionalizzarsi all’Assoluto che diamo per scontato essere dinontorganico..
«Della forma subalterna si è già parlato come pseudoforma e pseudo funzionalità . Si è anche detto che quando queste non sono cattive per loro natura (come per esempio la pseudoforma e pseudo funzionalità del divorzio), possono rappresentare una forma e una funzionalità della materia seconda della realtà sociale in linea di forma e funzionalità subalterna, buona è anche necessaria, se contenuta nei giusti limiti e nella giusta funzione. Purché appunto, non prendano il posto della forma vera, cadendo così nella pseudoforma. Ecco pertanto una duplice norma per distinguere la giusta forma subalterna: -è quella che non si sostituisce alla forma sociale vera, né come forma né come funzionalità ; -si trova ordinata alla vera forma, e accetta questa sua ordinazione.»
- Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[parte sesta esame analitico della realtà sociale,XXIII La forma sociale vera, § 4- La forma subalterna. p. 274].
Poiché la forma subalterna è materia può essere solo particolare,, contingente, relativa, potenziale.
«In effetti il particolare, il contingente, il relativo, il potenziale, postula l'universale, il necessario, l'assoluto, l'attuale. È il caso della forma subalterna. Purché, ben inteso, la forma sociale subalterna non si traduca in pseudoforma, rifiutando così la forma sociale vera e arrogandosi le proprietà e funzioni di essa.» Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell'Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[parte sesta esame analitico della realtà sociale,XXIII La forma sociale vera, § 8- Presupposti positivi. p. 278].
La forma subalterna ha la stessa dialettica della forma sociale dinontorganica
«La pseudoforma però, può avere anche una sua ragion d'essere, come forma subalterna della realtà sociale, che non la riscatta dal rango di materia, sottoponendola per ciò stesso alla dialettica della forma vera nel contesto della vera essenza ontologico-dinamica della realtà sociale e della rispettiva sintesi.» Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell'Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[parte sesta esame analitico della realtà sociale,XXI Analisi qualitativa, § 7- Analisi storica etnologica, e civiltà. p. 264].
Di norma quindi la teoria delle forme fa capo dell’Assoluto attraverso la Forma Subalterna che comunque ha una propria dialettica interna, coincidente con quella dinontorganica. La matrice mostra ciascuno di questi aspetti
organismo dinamico fenomenico, organismo organo
Il dinamismo universale dell’organismo (ente) dinamico si mostra necessariaemnte attraverso il suo lato fenomenico (il lato che mostra per proprietà essenziale).Il dinamismo è guidato dalla forma che compone la materia, ne segue che la materia dell’EDUC si compone necessariamente in organismi dinamici fenomenici
«Se così non fosse, la sintesi dinamica tra materia e forma rimarrebbe impossibile. Detta sintesi infatti richiede una materia convenientemente elaborata e disponibile per la forma, senza ancor parlare della materia ben disposta e orientata verso di essa. Tale elaborazione e disponibilità è data dalla materia, composta in organismo dinamico fenomenico. La ragione si è che la sintesi tra forma e materia della realtà storica deve compiersi nel SD totale che è sintesi del SD formale e del SD materiale. Da parte della materia deve quindi partire dal SD materiale o almeno da organismi dinamici fenomenici.» Tommaso Demaria,3 LA REALTA' STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975 [,Il Essenza superorganico-dinamica cristiana, § 9 - Materia organizzata p. 116].
«La prima cosa da tener presente è che la forma dinamica a valore ontologico-metafisico si applica alla persona storicizzata, non chiusa in se stessa, ma nel contesto del superorganismo dinamico, che, per richiamarci l'onticità di esso e i riflessi della sua forma ontica sull'intero suo tessuto organico-dinamico, chiamiamo dinontorganismo[40]. Tanto più che è «dinontorganismo» (ossia organismo dinamico a valore ontologico), sia il superorganismo dinamico «religioso» che «ideologico», senza escludere lo stesso organismo dinamico fenomenico, il quale è anch'esso «dinontorganismo» in quanto viene riassunto nel dinontorganismo supremo e deve obbedire alla sua dialettica.» Tommaso Demaria,3 LA REALTA' STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975[,V La persona umana come persona-cellula, § 12. Dinontorganismo e persona-cellula p. 198].
«L'organismo-organo invece di per sè non trascende l'organismo dinamico fenomenico. Ma non per questo si esaurisce in organismo-materia. Appunto perché appartiene al SD formale «Chiesa», non solo dovrà essere ricettivo di forma come il semplice organismo-materia, ma dovrà essere portatore e produttore di essa, diventando effettivamente organismo-organo del SD formale. Non ne sarà però organismo «ripetitore», perché non lo riproduce e non ne partecipa di per sè il valore metafisico. Gli organismi-organo nella Chiesa ossia nel SD formale sono innumerevoli. Basti pensare ai suoi Istituti religiosi e alle sue Associazioni, che sono appunto e debbono essere organismi-organo di essa, sia in rapporto a se stessa che in rapporto al S D totale.» Tommaso Demaria,3 LA REALTA' STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975[,Il Essenza superorganico-dinamica cristiana, § 10 - Composizione organica p. 164].
I problemi dell’universalità
Come si interfaccia la matrice religiosa con quella profana?
Come i trascendentali trasmettono il lato ontico e il lato salvifico?
Cosa significa prevalenza salvifico o prevalenza ontica e come si inserisce nella Matrice Dinontorganica?
In quale rapporto sono le cause dell’essere nella Matrice Dinontorgania?
Come si individuano i contenuti concreti delle religiosità derivate? Con quali le regole?
Quale rapporto tra o strumento matrice e la realtà concreta?
Si può semplificare?
Come calcolare il lato quantitativo della Matrice?
Non bisogna aver paura dei problemi perché l’universalità è banale, e alla fine ci sembrerà di aver “complicato affari semplici”.
Diciamo che c’è la stessa sensazione di chi, scoperta la tecnica dell’addizione, si è posta la domanda. “A cosa serve sapere la tecnica dell’addizione se già so contare sulle dita?”
La tecnica dell’addizione deve dare lo stesso risultato del conteggio sulle dita, ma le prospettive che apre sono molto diverse.
Considerazioni finali
Qualche considerazione finale ecco la prima.
Il nostro lavoro è stato eseguito con precisione quando c’è una corrispondenza assoluta ( è proprio il caso di usare questo termine) tra il termine iniziale “essenza” e il termine finale “Matrice dinontorganica operativa”.
Lo scopo era individuare uno strumento di indagine esplicitandolo dall’essenza e di conseguenza l’essenza iniziale deve transitare senza scossoni dal soggetto iniziale alla raffigurazione esplosa nelle sue parti.
Abbiamo individuato lo strumento attraverso la metafisica realistico dinamica del prof d. Tommaso Demaria abbondantemente citata in nota.
Ciò che abbiamo operato praticamente è la strutturazione di uno strumento di lavoro che ha il valore che possiede la tecnica dell’addizione per un fruttivendolo. Pur non avendo relazione diretta con la frutta è necessaria all’esercente tanto quanto il prodotto che egli vende.
Quale parte ha nell’adaequatio intellectus et rei il percorso sino a qui compiuto? Per quanto esposto sino ad ora la “Matrice dinontorganica operativa” resta nell’ambito dell’ipotesi avulsa dal reale: essa attraverso la metafisica mette insieme in modo scientifico le caratteristiche che dovrebbe avere il dinontorganismo nel reale.
Certamente il reale per generarsi non ha aspettato lo strumento matrice dinontorganica, anzi tutta la metafisica discende dal reale. Individuare il metodo per collegare la matrice alla Realtà Storica Profana è il prossimo passo.
Bibliografia
«Nella pratica infatti, l’organismo si presenta come una struttura organica funzionale e andrà trattato come tale. Porrà anzi, come struttura organica funzionale, i suoi massimi problemi di realizzazione, di operatività, e di organizzazione.»
Tommaso Demaria,3 LA REALTA’ STORICA COME SUPERORGANISMO DINAMICO,Costruire Bologna 1975[I Teoria dell’organismo, § 5- definizione dell’organismo p. 36].
[1] Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[parte settima dialettica e prassi,XXX Analisi della dialettica realistico – dinamica, § 2- Dialettica essenziale. p. 354].
[2]Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[parte settima dialettica e prassi,XXX Analisi della dialettica realistico – dinamica, § 2- Dialettica essenziale. p. 355].
[3] Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[parte settima dialettica e prassi,XXX Analisi della dialettica realistico – dinamica, § 5- Dialettica trascendentale. p. 357].
[4] Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[parte settima dialettica e prassi,XXX Analisi della dialettica realistico – dinamica, § 5- Dialettica trascendentale. p. 357
[5] Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[parte settima dialettica e prassi,XXX Analisi della dialettica realistico – dinamica, § 5- Dialettica trascendentale. p. 357-358].
[6] Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[parte settima dialettica e prassi,XXX Analisi della dialettica realistico – dinamica, § 5- Dialettica trascendentale. p. 358].
[7] Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[parte settima dialettica e prassi,XXX Analisi della dialettica realistico – dinamica, § 5- Dialettica trascendentale. p. 358].
[8] Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[parte settima dialettica e prassi,XXX Analisi della dialettica realistico – dinamica, § 6- Dialettica trascendentale e materia seconda. p. 358].
[9] Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA, Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957 [parte settima dialettica e prassi,XXX Analisi della dialettica realistico – dinamica, § 4- Dialettica delle forme. p. 356].
[10] Si tratta di un ente di secondo grado dinamico perché possiede i piani dell’essere facenti capo allo stesso Assoluto e non allo sviluppo dei suoi piani. È un ente di secondo grado dove il contenuto dei piani è mutato
[11] La dialettica dinontorganica è dominata dalla sintesi e concretezza che emana dalla stessa natura del Dinontorganismo, come organismo dinamico universale sintetico e concreto a valore ontologico. Ci rende pertanto corresponsabili dell’intero universo umano, il cui destino dipende dal suo tutto e da ogni sua parte, per cui la dialettica dinontorganica ha valore universale e particolare ad un tempo, a partire dal tutto fino alle estreme articolazioni settoriali e capillari, e viceversa. Autentica cibernetica dello spirito, che non esclude la cibernetica della materia ma le conferisce una dimensione spirituale ed umana, di cui essa, insieme alla tecnologia, rimarrebbe priva. Tommaso Demaria,4 L’IDEOLOGIA CRISTIANA,Costruire Bologna 1975[XIX Il dinontorganicismo ideologico, § 8- Dialettica dinontorganica. pag. 365].
[12] Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[parte settima dialettica e prassi,XXX Analisi della dialettica realistico – dinamica, § 5- Dialettica trascendentale. p. 358].
[13] Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[parte settima dialettica e prassi,XXX Analisi della dialettica realistico – dinamica, § 5- Dialettica trascendentale. p. 358].
[14] Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[parte settima dialettica e prassi,XXX Analisi della dialettica realistico – dinamica, § 5- Dialettica trascendentale. p. 358].
[15] Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[parte settima dialettica e prassi,XXX Analisi della dialettica realistico – dinamica, § 6- Dialettica trascendentale e materia seconda. p. 359].
[16] Tommaso Demaria,5 SINTESI SOCIALE CRISTIANA,Quaderni di Cultura e Formazione Sociale a cura dell’Istituto di Scienze Sociali del Pontificio Aten Torino 1957[parte seconda interpretazione della realtà sociale,V Trascendentali dinamici e realtà sociale, § l0 – Forma e contenuto. p. 64].