2- Dialettica essenziale.
Come struttura e ritmo del divenire dell’ente dinamico, la dialettica va colta anzitutto nella concreta dinamicità di esso, contemplato come EDUC, nella pienezza del suo contenuto storico e umano esistenziale.
Così intesa, la dialettica viene colta come dialettica essenziale, nel senso che pone costantemente l’essenza dell’ente dinamico liberandolo dalle secche dell’ente statico, in cui tende a ricadere come ente dinamico particolare a qualsiasi livello, complice la soggettività fatta troppo spesso di interessi devianti e di stanchezza.
Per la verità ciò non capita da parte della realtà oggettiva che non può arrestare il suo cammino, ma può capitare, con immense remore e danni paurosi, da parte della realtà soggettiva ossia da parte dell’uomo, che, a parte il resto, oggi si lascia fuorviare con troppa facilità dall’ente dinamico contingente, sostituendo la sua labile dinamicità empirica alla dinamicità essenziale profonda dell’EDUC.
Conseguenze: ristagni statici, nonostante l’incomposto agitarsi, e deviazioni assiologiche e ideologiche.
La dialettica realistico-dinamica essenziale previene tali conseguenze e non permette il naufragio dell’autentica dinamicità in una dinamicità fenomenica che in definitiva è un disordinato e ribelle ristagno nello statico. Il che è il lato peggiore della convivenza umana. Ci può essere una situazione statica ordinata e pacifica, sotto l’impulso di una energica dialettica realistico-dinamica trasformatrice e costruttiva. Scompaginarla col disordine e la violenza, è porla in balia di dialettiche demolitrici o costruttive in direzione opposta ad una autentica convivenza umana funzionale.
In virtù della dialettica essenziale dell’ente dinamico, ossia del persistere e prevalere della dinamicità ontologica sulla dinamicità fenomenica e sul suo continuo mutarsi ed esaurirsi, lo stesso ente particolare, per la ragione che si trova inserito nella realtà umana esistenziale, non potrà più evadere dalla dinamicità di questa, che è necessaria, universale e omnitemporale. A meno che non evada dalla realtà umana esistenziale stessa, ricadendo nel nulla, o ponendosi colpevolmente fuori della storia.