Essenzializzazione dell’esistenza
Quanto siam venuti dicendo, è stato detto sempre e solo a proposito della dinamicità dell’essenza reale dell’ente dinamico, ossia a proposito della dinamicità della sua essenza dinamica. Il segreto di tale dinamicità, come abbiam constatato, sta nella specialissima soluzione del problema essenza-esistenza nell’ente dinamico, a cominciare da esso come categoria ontologica. E’ per questo inizio che la soluzione in questione assume un significato ontologico primordiale, e con essa la assume la dinamicità essenziale di cui ci occupiamo.
Poiché l’essenza dinamica trae la sua specificazione appunto dalla sua dinamicità, niente di strano se, per il suo ruolo specificativo e per il suo valore primordiale dovremo appellarci a tale dinamicità di frequente, come premessa di raziocinio o come permanente ed immanente presenza specificativa e dialettica.
Qui ci appelliamo alla dinamicità, a proposito dell‘essenzializzazione dell’esistenza dell’ente dinamico, e della funzione che ha in merito la dinamicità essenziale di esso.
E’ risaputo che oggi l’esistenza è diventata la ragione determinante (se non unica) del filosofare. Una specie di filtro filosofico (cosi si crede e si fa credere), che separa la buona dalla inutile filosofia. Ogni problema vien posto in funzione dell’esistenza, e la problematica filosofica si traduce in problematica esistenziale. La polemica, e con essa il rifiuto della vecchia filosofia essenziale, appare più o meno palese.
La ragione di questo nuovo corso filosofico è l’assillo del concreto, del vitale, dell’attuale, del dinamico, del funzionale, dell’inutile e dell’adeguato all’uomo e all’umanità di questo nostro spazio e di questo nostro tempo. Se si vuole riassumere il complesso di queste inquietudini ed aspirazioni, torna la parola esistenza. Ed esistenza vuol dire precisamente sensibilizzazione alla concretezza, alla dinamicità, alla soggettività, alla lotta (o alla disfatta) di fronte al vivere quotidiano, in una parola, all’insieme della problematica esistenziale.
Ora l’esistenza, sulla bocca e nella mente del filosofo realista, richiama automaticamente l’essenza, e non può non misurarsi con essa. Ma poiché le essenze della tradizione, limitata all’ente statico, non possono essere, come essenze dell’ente statico, se non essenze statiche, analitiche ed astratte, e dunque non rispondenti alle esigenze di dinamicità, sinteticità e concretezza dell’esistenza dell’umanità di oggi; altro non resterebbe che rifiutare la tradizione ripudiando o rinunciando alla filosofia delle essenze, in favore della filosofia dell’esistenza.
La conseguenza già la conosciamo. E’ l’impossibilità della stessa autentica filosofia dell’esistenza. Ma, al nostro scopo, conviene richiamarla. La filosofia invero, in tanto è autentica filosofia, in quanto è metafisica e s’ispira alla metafisica: in quanto cioè è penetrazione della natura profonda delle cose, e dunque filosofia dell’essenza.
Ne segue, che la possibilità di una autentica filosofia dell’esistenza appare radicalmente condizionata all’essenzializzazione dell’esistenza. Senza tale essenzializzazione, la filosofia dell’esistenza non va al di là dell’applicazione di una qualche metafisica preesistente, o di una ibrida ed ambigua, se pur genialissima, fenomenologia.
Essenzializzazione dell’esistenza, dunque. Essenzializzazione, che importa la sintesi essenziale dell’esistenza nella essenza.
Ora, tale sintesi essenziale risulta possibile soltanto nell’ente dinamico e per mezzo di esso, come categoria ontologica interpretativa della realtà umana esistenziale e come interpretazione metafisica di essa. Sintesi essenziale, pertanto, dell’esistenza dell’uomo e delle realtà umane, nell’essenza dell’ente dinamico e della realtà storica. Essenzializzazione, in definitiva, appunto di quell’esistenza che si pone come oggetto della filosofia di oggi, e che per diventare un autentico oggetto del filosofare abbisogna di questa sua essenzializzazione.
Anche il problema quindi di una indispensabile essenzializzazione di detta esistenza trova la sua soluzione nella essenza dinamica dell’ente dinamico, ossia nella dinamicità di essa. E da tale dinamicità, l’esistenza umano-storica assume la sua prima e concreta specificazione di essenziale divenire attivistico spazio-temporale, quale compete alla persona storicizzata e alla realtà storica, e quale viene effettivamente colta attraverso la categoria ontologica dell’ente dinamico, come ente la cui essenza ancora non è ma diviene, facendosi attivisticamente nello spazio e nel tempo.
Tommaso Demaria